Rapporto di Sostenibilità 2020

Chi Siamo

GESTIONE COVID-19

La pandemia da Covid19 ha rivoluzionato non solo la nostra quotidianità ma anche il mondo del lavoro. Le aziende hanno dovuto così ridisegnare la propria organizzazione e i processi con l’obbiettivo di preservare i livelli occupazionali e garantire ambienti di lavoro in cui le risorse si sentissero al sicuro. Ne abbiamo parlato con Ermanno Zoino, AU di Prima Components Gricignano e Marco Micheli, AU di Prima Components Italia.

L’esordio della pandemia ha colto tutti impreparati, quale elemento in particolare si è rivelato complesso da gestire nelle primissime settimane?
«Le prime settimane di emergenza hanno visto l’emanazione di molti DPCM in pochi giorni e ognuno di questi ha comportato una rivoluzione organizzativa: come meccanici, abbiamo dovuto smontare l’organizzazione e rimontarla in modo nuovo».

Cosa ha significato tutto ciò per una realtà poliedrica come PSC?
«Ogni stabilimento, al di là del settore merceologico che è lo stesso, è diverso per struttura, numero di dipendenti, dimensioni, processi coinvolti, tessuto territoriale che lo accoglie e che ne esprime le risorse. Abbiamo dovuto cucire sui singoli stabilimenti le indicazioni generiche emerse dal protocollo redatto a marzo 2020 e s.m.i. a seguito del confronto tra le parti sociali».

Da un punto di vista pratico questa operazione come ha preso forma?
«È stata condotta da un gruppo di lavoro specifico per ogni sito e formato tra gli altri da un medico, dal direttore di stabilimento e da rappresentanti dei lavoratori. Muniti di autocertificazione per poter accedere agli stabilimenti– inizialmente una novità assoluta – abbiamo modificato i luoghi di lavoro simulando la presenza delle persone. C’è stato anche uno sforzo enorme di coinvolgimento delle parti sociali e delle organizzazioni sindacali, in particolare, in un contesto in cui le persone erano spaesate».

Ora è possibile guardare in prospettiva quella fase, ma all’inizio quali problemi sono emersi?
«Banalmente non sapevamo dove reperire ingenti quantità di mascherine e di quale tipo. E tutto questo nella costante necessità di garantire una filiera a realtà situate in paesi dove la pandemia è arrivata un po’ più tardi; i nostri clienti sono stati solidali, ma chiedevano comunque i componenti pattuiti. Al tempo stesso dovevamo assicurarci che non dilagasse la paura nonostante le notizie che arrivavano fossero drammatiche».

I primi mesi sono stati quindi tra i più complessi?
«Sì, dalla metà di marzo alla fine di aprile 2020 abbiamo dovuto perfino fermare le linee produttive; le prove di ripartenza alla fine di questo periodo ci hanno visti come neonati che muovono i primi passi in un luogo storicamente nostro e che per certi aspetti era diventato improvvisamente nuovo. I mesi di maggio e giugno, sebbene connotati da volumi produttivi bassi, ci hanno però permesso di rodare il nuovo sistema organizzativo».

Una crisi porta con sé anche delle opportunità insperate; cosa è accaduto dopo questa prima fase?
«Nel secondo semestre del 2020 la produzione è ripartita con volumi perfino superiori al passato: a luglio abbiamo testato con fierezza e orgoglio che un’organizzazione che si pensava venisse rallentata da queste nuove regole, fra cui gli ingressi scaglionati, ha performato meglio del passato. In generale, la Covid19 ci ha dato la possibilità di riesaminare in maniera autocritica la nostra organizzazione».

Da un punto di vista pratico quali aspetti dell’organizzazione avete dovuto ripensare?
«Abbiamo agito con campagne di tipo culturale sul trasporto pubblico per disincentivare i viaggi insieme e a chi non poteva evitarlo abbiamo chiesto di indossare sempre la mascherina. Poi abbiamo rivoluzionato il sistema di utilizzo delle aree comuni e di sanificazione degli stabilimenti, limitando o bandendo in alcuni l’uso degli spogliatoi. Anche l’impostazione di refettori e mense è stata modificata con l’introduzione di pannelli in plexiglas e altre misure che contribuiscono a limitare la diffusione del virus».

Avete affrontato momenti particolarmente complessi?
«Diversi e dall’impatto emotivo intenso. Anche per questo abbiamo dato vita a protocolli di sicurezza che andavano oltre ciò che ci veniva richiesto dai DPCM».

E quali sono stati i risultati di protocolli così severi?
«Innanzitutto, una percentuale di contagiati in azienda molto al di sotto della media nazionale. E questo tenendo presente che comunque la maggior parte dei contagi avviene all’esterno delle mura aziendali. Possiamo però affermare che, numeri alla mano, i protocolli hanno avuto un effetto positivo».

Nei primi mesi della pandemia era anche molto complesso eseguire un tampone; voi come vi siete organizzati a questo proposito?
«Nel corso dei mesi ci siamo attrezzati efficacemente: nello stabilimento di Gricignano abbiamo messo a disposizione test molecolari su base volontaria; negli altri siti, invece, abbiamo organizzato campagne di tamponi antigenici rapidi con frequenze tipicamente settimanali».

E l’adesione quale è stata?
«Dipende dal sito: in alcuni è stata “bulgara”, in altri arriviamo a malapena al 50% del personale. Ma sappiamo che da parte del Gruppo ci sono investimenti cospicui per garantire la sicurezza delle risorse: parliamo di decine di migliaia di euro a settimana solo per i tamponi».

Quali caratteristiche dell’azienda hanno permesso di superare questo periodo?
«Siamo un Gruppo che fa della flessibilità e della velocità di reazione un punto fondamentale del proprio DNA. Un tratto, questo, a cui abbiamo fatto ricorso, portandolo alla sua massima espressione. Erano inoltre necessarie resilienza e plasticità, e noi per definizione lo siamo, se non altro perché produciamo componenti in materiale plastico».

IDENTITÀ, VISIONE, MISSIONE E VALORI

Identità e visione

Prima Sole Components S.p.A. (PSC) è un gruppo attivo dal 1973 nel settore della componentistica in plastica per autoveicoli, motoveicoli ed elettrodomestici. Progetta, realizza e commercializza prodotti innovativi che mirano a soddisfare costantemente le aspettative dei propri clienti. Un obiettivo ambizioso, perseguito grazie a partnership flessibili e durature, in cui competitività, qualità e servizio raggiungono livelli invidiabili, ma anche attraverso il lavoro delle proprie risorse che quotidianamente operano all’insegna della motivazione e dell’efficienza, alla costante ricerca di soluzioni rivoluzionarie e al tempo stesso sostenibili.

PSC intende affermarsi nel mercato italiano e internazionale come un attore globale del settore in cui opera. Europa, Brasile, Stati Uniti d’America ed Estremo Oriente: sono questi in particolare i paesi in cui PSC sta consolidando la propria leadership nel mercato della componentistica in plastica, nel quale il successo è determinato da tre elementi fondamentali

- Competitività; - Innovazione; - Globalizzazione.

Per diventare partner dei clienti più prestigiosi è anche importante raggiungere determinati standard economici. Per questo motivo, oltre che per conservare un elevato grado di competitività, PSC ha introdotto nel 2018 i COBOT: robot collaborativi espressione dell’industria 4.0, utili in quei processi produttivi, fra cui l’assemblaggio e la lucidatura, dove risulta particolarmente premiante l’interfaccia uomo-macchina; sono inoltre allo studio diverse applicazioni della realtà aumentata per le connessioni a distanza dei Champion1 tecnologici.

Missione

È intenzione del Gruppo consolidare il rapporto di fiducia con tutti gli stakeholder e perseguire i propri obiettivi armonizzando gli interessi di ogni attore coinvolto nel rispetto delle disposizioni di legge e dei principi d’imparzialità, affidabilità, lealtà, correttezza e trasparenza. È in questo contesto che si inserisce l’obbiettivo di una prosperità condivisa che estenda al territorio il benessere generato attraverso le attività di PSC

La missione del Gruppo si struttura così su tre aspetti legati in modo inscindibile tra loro:

  • Economico. La gestione del Gruppo è contraddistinta dalla creazione di valore per gli azionisti nel rispetto di rigorosi parametri di sostenibilità economico-finanziaria.
  • Produttivo e del Mercato. PSC progetta, produce e commercializza prodotti avanzati da un punto di vista tecnologico, del Mercato. in grado di soddisfare completamente le attese dei clienti.
  • Sociale. Il Gruppo PSC è consapevole della centralità del proprio ruolo sociale. Attento alla comunità locale, nazionale e internazionale, è impegnato a migliorare la qualità della vita di tutti gli stakeholder nel massimo rispetto dell’ambiente.

1 Il Champion è una figura interna al Gruppo occupata nel settore Ricerca e Sviluppo, specialista di una specifica tecnologia.

Valori

Il Gruppo ha individuato alcuni valori che guidano l’operato di ciascun lavoratore sia quando agisce individualmente, sia quando partecipa a iniziative collettive:

  • Agire sempre con onestà e integrità morale
  • Essere critici con se stessi e interrogarsi sul come migliorarsi
  • Essere rispettosi dell’organizzazione, esaltando la meritocrazia
  • Focalizzarsi sulla crescita e sulla sua sostenibilità nel lungo periodo
  • Prestare attenzione alla sicurezza e all’ambiente
  • Essere rispettosi nei confronti dei clienti

La pubblicazione annuale del Rapporto di Sostenibilità contribuisce al consolidamento di questi valori e conferma l’attenzione alle più aggiornate normative nazionali e internazionali, già saldamente alla base delle pratiche di lavoro di PSC.

Fra i valori che guidano le attività del Gruppo, due in particolare hanno un ruolo preminente: il rispetto per la persona e per l’ambiente. Per questo motivo nel Codice Etico – aggiornato nel corso del 2020 – è reso esplicito il sostegno e il rispetto dei diritti umani, in conformità alla Dichiarazione Universale dell’ONU. Successivamente alla riorganizzazione del Gruppo degli ultimi anni, nel corso del 2020 anche il modello di organizzazione e gestione, in conformità al decreto legislativo 231, è stato oggetto di un processo di aggiornamento. In entrambi i documenti sono stati introdotti nuovi contenuti sviluppati sulla base del percorso intrapreso da PSC verso una maggiore sostenibilità delle proprie attività. L’adozione definitiva del modello è prevista entro giugno del 2022 in tutti gli stabilimenti italiani. Entro la stessa data sarà diffuso il Codice Etico in tutte le business unit del Gruppo.

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